5 settembre 2010

Mi ami? Ma quanto mi ami?

E' più forte di me. Quando sento nei film, o peggio, nella vita reale, donne che pongono queste fatidiche domande ai loro partner (che per tutta risposta le guardano con un occhio spalancato e vitreo come a dire "e mo che le rispondo?") non posso non lasciarmi scappare un sorriso sarcastico. Una smorfia di compatimento.
Lo so, è brutto a dirsi, considerando che anch'io faccio parte del genere femminile, ma io 'ste donne non le capisco proprio. Ma che vuoi che ti risponda??? "No, sto con te solo per passatempo"; "no, mi servi come tappabuchi"; "ni, ma continua a stirarmi le camicie, cara!" o ancora peggio "Si, ti amo più della mia stessa vita"??? (bleeeeeahh! e non perché è smielato, ma perchè IRREALE!).
Perché, diciamocelo, il fatto di chiederlo è già indice che qualcosa non vada nel rapporto. Pensate che chiedendolo i vostri dubbi si scioglieranno, che se sentiste il vostro fidanzato mentire potreste tornare da brave a nascondere la testa sotto la sabbia??
Ma poi, a che pro? Perchè ledere la propria dignità fino a questo punto?
Che poi non è neanche una questione di orgoglio; è, come dire, che sarebbe meglio non chiedersi (e chiedere) nulla. Accontentiamoci di quello che vediamo con i nostri occhi, affidiamoci alle nostre percezioni, alle nostre senzazioni, se proprio vogliamo sapere. 

Adoro questo estratto del libro Storia dell'assedio di Lisbona di Saramago:
"Mi ami?, e lei se ne sta zitta, guardandolo soltanto, impassibile e distante, rifiutando di pronunciare quel no che lo distruggerà, o quel sì che li distruggerebbe. Concludiamone dunque che il mondo sarebbe assai migliore se ciascuno si accontentasse di quello che dice, senza aspettarsi che gli rispondano, e soprattutto senza chiederlo né desiderarlo."

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