23 gennaio 2011

Sorridi. Sei su Scherzi a parte.

La porta è davanti a te, da tutta la vita.
Hai smesso di bussare, concentrandoti sulle finestre, i mobili, le tende, tutto ciò che le è intorno, tutto ciò che è intorno a te, tutto cio che riempie lo spazio tra lei e te, fino a quando quella porta è quasi scomparsa, confondendosi con l'ambiente circostante. Non aveva più rilevanza, i tuoi colpi sono diventati più sporadici, poi hai smesso.
Le finestre sono luminose, le tende colorate, i mobili nuovi.
La porta non c'è più, o non la vedi tu. In ogni caso, non ti importa più. Credi.

Poi, un giorno, quella porta si apre. FLASH.
Non hai bussato. Perchè si è aperta? Perché, adesso?
La guardi, disordientata.
Le finestre ridiventano buie, le tende velate, i mobili inconsistenti.
Tutto intorno a te è trasparente.

Non sai neanche se alzarti dalla sedia e andare verso di lei, per lo sgomento.
Non ci pensavi più. Perché adesso?

Non hai neanche il tempo di realizzare:
SBAM. La porta si richiude.
FLASH.
Benvenuti su Scherzi a parte, sembra dire.

E' bastata una frazione di secondo.

Per riabituarsi a vedere le finestre luminose, le tende colorate, e i mobili nuovi, servirà nuovo tempo.
L'hai fatto una volta, sai che puoi farlo ancora.
Ma, a differenza della prima, sai anche che, adesso, è un'illusione.
Le finestre non sono luminose, le tende non sono colorate, i mobili non sono nuovi.
Lo saranno, presto, nella tua testa, con l'aiuto dell' LSD naturale.

Non so se l'avrei varcata quella porta, sai? Se fosse rimasta aperta, intendo... Il mondo al di là non è il mio. Io non gli appartengo. Mi sarebbe bastato solo affacciarmi, mettere il naso oltre. No, forse neanche. Forse non avrei neanche guardato dentro. Avrei solo poggiato i miei piedi sulla soglia, sul confine. Quello che avrei voluto, sarebbe stata solo una possibilità. La possibilità che, in un altro tempo, in altre circostanze, sarebbe potuto accadere. In questo tempo, e in queste circostanze, non l'avrei fatto accadere io.

Avrei voluto solo poggiare i miei piedi sulla soglia, sul confine.
Avrei voluto essere io, il tuo confine.

16 gennaio 2011

Perché tutto quello che è stato finora è una storia.
E tutto quello che ci sarà dopo è una storia. 
[Chuck Palahniuk - Fight club]

7 gennaio 2011

Déjà vu

SOUVENIRS ADOLESCENZIALI
Torna a suonare a quel dannato citofono, a dirmi che è “il lupo”.
A farmi improvvisare cene per i tuoi amici che non conoscevo, a farti maledire perché neanche avvertivi.
Torna a farmi ridere, mentre comunicavi a gesti con una tedesca dai capelli biondi e verdi.
Ad emozionarti leggendo una lettera che parlava di me.
Torniamo in quella macchina parcheggiata fuori da un cimitero, a chiedermi cosa fossero le mestruazioni. A fregarcene insieme della mia timidezza dodicenne nel risponderti.
Sul motorino, davanti alla chiesa, a raccontarmi della tua prima volta. Ad imbarazzarti, perché poco prima ne avevi fornito una versione diversa ai tuoi amici.
Torna a passarmi intorno il tuo braccio, quando appoggiavo la testa su di te e guardavamo la tv sul divano. E ti accarezzavo i peli della gamba facendoti il solletico.
Torna a dirmi che sono bella, perché ho messo un po’ di rimmel e le lenti a contatto.
Torna a farmi male, mentre guidavo verso il mare, dicendomi qualcosa che forse, forse, non avrei voluto sapere. Torna a pentirti per avermelo detto, a rabbuiarti per aver capito che non avresti dovuto.
Torniamo, nelle sere d’agosto, a dormire nel letto di tua nonna, a scoprire insieme che anche i bambini compiono carezze da adulti.
A vergognarci sorridendo quando da grandi, ripensandoci, ci guardavamo negli occhi.

L'avevo scritto un po' di tempo fa. Non l'ho voluto pubblicare, avevo la sensazione che fosse incompiuto.
Che noi fossimo incompiuti.

Due giorni fa sei passato, hai suonato.
"Chi è?"
"Il mostro."
"..."

E' cambiato tutto.
Il lupo.

Non tornare più.
Dovevi dire "il lupo".