25 febbraio 2011

I'M YOUR PERSON

Io e lei, sedute in un caffè.
Meredith e Cristina.
In realtà, solo due vecchie amiche che giocano a impersonarle.
O meglio, che le 'invidiano': lei vorrebbe avere l’uomo della prima (buongustaia.. anche se non è propriamente il mio tipo.. I WANT GEORGEEEE!:P), io il carattere della seconda.

Silenzio. Siamo in quel momento della conversazione dove si abbandonano i convenevoli, il tono della voce si fa più basso, e si aspetta che una delle due parta con la propria confidenza.
La sua è tenerissima. :’)
Mi confida che proprio prima della vacanza a Perugia, dalla quale è appena tornata con il suo fidanzato, hanno avuto un ‘piccolo’ sobbalzo al cuore, neanche totalmente rientrato, tra l’altro, visto che dovranno ripetere il test di gravidanza per un ulteriore conferma negativa.
Le mie lacrime di felicità partono, comunque.
Sebbene razionalmente capisco che la possibilità che lei sia incinta è remota, visto già il primo esito negativo, non posso fare a meno di immaginarla madre.
Ancor di più quando mi rivela che, pur avendo considerato la possibilità di prendere la pillola del giorno dopo, l’avevano poi scartata.
Cioè, sarebbe stata pronta a diventare madre. Lei e il suo ragazzo, possibili genitori. E a questo pensiero, davvero, trabocco di emozione.

Cristina avrebbe detto che è meglio così, che non è il momento giusto, c’è l’università da finire, un lavoro da trovare, e poi i bambini piangono, e pisciano, e cagano.

Beh, io… io non sono Cristina. Per fortuna.
E lei non ha bisogno di quel Derek, perché il suo Derek l’ha trovato.
Un Derek che la fa sorridere, che la fa stare bene.
(Grazie, Derek. Perché io così serena non l’ho mai vista. :’) )

Forse non saremo Meredith e Cristina, ma le continuerò (ci continueremo) comunque a dire “Shut up! I’m your person.”



Perché mi è tornato in mente adesso? Perché lo racconto? Non so. 
Ma l’idea di vederla, un giorno, con il pancione, mi riempie di gioia. Che bella sarà, la “mia persona”. *_*
Quando sarà. :)

(Nota per Meredith: sappi che io e il tuo Derek a Cuba ci andremo però, eh! :P Senza di te, ovviamente, come concordato! :P)

21 febbraio 2011

Attimo di perfezione n.1

19/02/2011, ore 12.16
Treno. Posto finestrino. Mare. Le pagine di un libro, sulla sinistra del tuo campo visivo, e le onde che brillando al sole, sulla destra.

5 febbraio 2011

Carta verde

Passeggi per il centro di Padova, cercando la sede di un'associazione. Sai già che non la troverai, hai troppe poche informazioni; non importa, avevi bisogno solo di respirare, e di una scusa per uscire.
Passeggi per il centro di Padova, e sulla tua destra sfiori un negozio di abiti da sposa. I tuoi occhi si posano su quella stoffa candida in primo piano, appesa ad un manichino inanimato. Ci sono le luci giuste, le paillette che scintillano, petali ad addobbare la vetrina. Sei in "età da marito", dovrebbe farti un qualche effetto. Invece nulla. E un po' te ne compiaci, in fondo sei sempre stata un po' indifferente a queste 'frivolezze'; ma un po' te ne stupisci anche: quand'è che sei diventata così tanto indifferente?

Passeggi per il centro di Padova, e quando hai rallentato un po' il passo per acchiappare i tuoi pensieri su quell'abito, e registrare le tue non-emozioni, nella tua visuale entra un uomo. Cammina in direzione opposta alla tua, avrà trent'anni o poco più. Non bello, né attraente. Il cappotto che si apre sul fondo, calciato dai suoi passi, di un marrone troppo chiaro per la sua età. Avanza a passo spedito, in una mano trattiene una valigetta. Nell'altra, un mazzolino di fiori, tenuti insieme da una carta verde. Non rose, orchidee, fiori raffinati: sono fiori di campo, o comunque gli somigliano molto. Alcuni sono rossi, ricordano i papaveri; altri hanno lunghi steli, con piccoli boccioli gialli distribuiti sulla lunghezza; fiori semplici, e per questo più delicati, più preziosi, come lei. Quasi di fronte a te, li guarda, a sincerarsi che l'andatura sostenuta non li stia sciupando troppo; o forse, pensa al viso di lei che li riceverà, e per questo gli angoli della sua bocca vanno leggermente all'insù.
L'uomo guarda in avanti, determinato, neanche incrocia i tuoi occhi, come fossi invisibile. Ti supera. E allora ti volti tu, vorresti dire qualcosa, vorresti fermarlo, allungare la tua mano sul suo braccio e dire "sono qui. se i fiori sono per me, io sono qui." Ma lo sai già, che quel gesto non è per te, e non ti volti per fermarlo. Ti volti solo per guardarlo un'ultima volta, prima che le vostre strade si dividano definitivamente. Ti volti perché hai bisogno di vedere che quel cappotto color sabbia sta scivolando via lontano da te, e più vicino a lei.
Lo accompagni con lo sguardo, e le emozioni ti sopraffanno.


Passeggi per il centro di Padova, e, in direzione opposta alla tua, la Vita che va incontro alla Vita. Ti rimangono le lacrime sulle guance, a bagnare e benedire quel passaggio.