23 febbraio 2012

Come papà! :D

In bagno c'è una bambina. Avrà cinque o sei anni.
Apre l'armadietto di noce chiaro tenuto dietro la porta, a fianco alla vasca da bagno.
Prende quegli oggetti che ha visto usare per tante volte da altre mani, mani esperte. Perché, quando il papà si faceva la barba, con la porta socchiusa, lei facendo piano andava a sbirciare. E quasi sembrava che lo stesse spiando di soppiatto. Se gli avesse chiesto di poter stare con lui, magari seduta sul bordo del lavandino, per stargli più vicino e guardare bene, non le avrebbe di certo detto di no.
Ma non sarebbe stata la stessa cosa.
Nascosta dalla penombra del corridoio, tutto le sembrava più magico. Lo osservava come si osserva un rituale che si ripete, di settimana in settimana, perché il papà lavorava lontano, e lei questa magia poteva vederla solo la domenica. Rapita, come se avesse qualcosa di mistico.
Guardava il suo viso bianco di sapone, riflesso nello specchio con le luci belle, e un po' le sembrava babbo natale.
Così, eccola lì, quella bambina. Con pennello e schiuma in mano. Socchiude la porta perché non vuole farsi vedere e si mette in ginocchio sullo sgabello. Finalmente protagonista di quel rituale.
Già sa cosa deve fare. Passa il pennello nell'acqua, poi nel contenitore del sapone. Infine, sul suo musetto, e le setole e la schiuma le fanno il solletico.
Prende il rasoio, decisa ad eseguire tutto come va fatto.
E...zac!
Si taglia subito subito, sul labbro. Le vengono i lucciconi negli occhi, ma un po' si sente anche orgogliosa, per quel dolore. Una specie di rito di iniziazione.
Non urla, ma chissà perché, forse richiamata dall'eccessivo silenzio della casa, entra la mamma, ché forse la cercava. La trova così, con l'aria colpevole di chi sa di essere stato smascherato dal fare una marachella.
"Te', ma che stai a combinare?!"
E lei, con gli occhi dolci di chi vuole farsi perdonare e il sorriso più grande del mondo, esclama: "...come papà!" :D

9 febbraio 2012

Frammenti di vuoto*

Lui: [...] Buon dormicchiamento, anche se vorrei essere quello che ti sveglia, anche se non ti merito.

Io: Uh. :( Perché dici che non mi meriti? Non ci conosciamo abbastanza, forse sono io che non merito te, non lo sappiamo. :*

Perché so come sono e il tipo di vita senza libertà di movimento che faccio. Ma non voglio deprimerti. Ignorami.

"Love finds a way", no? Se sarà amore, o destino, o caso, chiamalo come ti pare, si troverà il modo.. Ma se invece pensi che ci metti del tuo, nel senso che non hai tanta voglia di conoscermi (nel tempo, non dico subito), forse è meglio che io lo sappia...

Allora, se il caso lo permetterà, avrei piacere di conoscerti. Non so se ci metto del mio o no ma nella mia negatività c'è la certezza della solitudine. Poi può essere che sia solo un riflesso di tale negatività. Insomma, non è che non voglia conoscerti, ma i rapporti sociali sembrano non fare per me, ne ho paura ma li vorrei...


Ma ti capisco perché per me è lo stesso, mi sto "lanciando" un po' di più rispetto a te forse solo perché sento che dall'altra parte c'è qualcuno che mi può capire... Altrimenti non sono intraprendente per niente. Facciamo piccoli piccoli passi, ok? :)

Esatto, è più o meno come la vedo io, non lo so ma da quel che traspare hai un carattere che mi fa provare meno paure. Paure che non mi lasciano mai...

Paure che ho anch'io. Siamo in due, ad aver paura. Secondo me pensiamo di non avere il diritto di essere felici... non so per quale sbagliato motivo. Però... forse è tempo che ci proviamo anche noi, perché ENTRAMBI ci meritiamo un po' di quella felicità. :'

[...]

*citazione sua