11 giugno 2010

3 volte

Si dice che il destino bussa sempre tre volte.
E tu, quante volte non l'hai sentito?
Mi spaventa. Mi spaventa il fatto che potrei averlo lasciato sfuggire, senza sapere neanche se ha davvero bussato.
Quante volte ho lasciato passare il treno? Quante volte non ho colto l'attimo? E poi chi ci dice se e quando ha già bussato? Magari noi siamo convinti di aver perso troppe occasioni, un invito rifiutato, una telefonata non fatta, aver rimandato una cena, e quelle non erano le nostre occasioni. E, disperati, rassegnati, non viviamo più ma ci lasciamo vivere, cullandoci nel ricordo di qualcosa che poteva essere e non è stato. Ignorando la vita che, invece, vorrebbe sorprenderci ancora. Oppure siamo certi che lui non abbia ancora picchiato sulla nostra porta, perchè se fosse stato così l'avremmo sentito, avremmo riconosciuto che era il nostro momento. L'avremmo capito. E invece l'ha fatto. L'ha fatto. Come possiamo saperlo? E se è successo, se in quel momento ero occupata? Se in quel momento ero presa dalle insignificanti faccende quotidiane e non ho sentito?
E se non ho voluto sentire?
Se mi fossi autoconvinta che non fosse lui, perchè avevo paura? Paura di aprire?
Paura.
Questa dannata sensazione che non ti lascia mai. Che è con te qualsiasi cosa tu stia facendo. Sto facendo bene? E' questo il mio cammino? E' questo quello che è stato scritto per me? Continuiamo a camminare, in questo vortice sempre più frenetico, più veloce, fatto di scadenze, orari, appuntamenti. Ma se tutto questo fosse perfettamente inutile? Se non fosse la nostra strada, e stessimo perdendo tempo prezioso? Forse è per questo che continuiamo convulsamente ad muoverci, a spostarci, ad avanzare. Forse perchè così facendo diventa difficile fermarsi a pensare. Impossibile. E questo ci protegge da risposte che non vogliamo darci. Domande che evitiamo di porci, di cui temiamo la risposta. Peggio, di cui conosciamo la risposta.
Andare, andare e andare.
Anche se non si sa bene dove.

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