1 luglio 2010

Quanta vite passano in un libro?

Stringo tra le mani un libro preso in prestito dalla biblioteca. Comincio a leggerlo e, pur essendo un romanzo rinomato, non mi colpisce particolarmente; non per questo demordo, e continuo la mia lettura. D'un tratto mi fermo, e sfoglio le pagine fino ad arrivare all'ultima, dove vengono segnate le date-limite per la restituzione. E comincio a leggere: la prima risale all'ottobre 1988, poi novembre '88, febbraio '89, e da lì a seguire per altre quattordici date, fino ad arrivare all'ultima, la mia. 8/7/2010.
Così un pensiero.. chi sono queste persone che mi hanno preceduto? Erano giovani, uomini, ragazze, casalinghe con la passione per la lettura, professori in pensione, studenti incuriositi dal titolo? Che pensavano di trovare, scegliendo un libro chiamato La vita è altrove? Cosa speravano, dove volevano essere a vivere la loro esistenza? Cosa li ha spinti a credere che la loro vita non fosse questa qui, quella che si ostinavano a portare avanti ormai da tempo, dal momento che è l'unica che abbiamo? Cosa gli è capitato per indurli a riflettere sul fatto che potevano essere più felici altrove?
E siamo a quota diciassette. Ma magari lo hanno anche prestato a loro conoscenti, ad un parente, ad un amico, prima di riportarlo indietro al suo posto, pronto per sgattaiolare di nuovo ed essere toccato da altre mani, a respirare altri odori.
E pensiamo a chi il libro lo ha maneggiato in quella biblioteca dal lontano 1988. Impiegati che lo hanno spostato, perso, ritrovato, che ne hanno rincollato i bordi, classificato, messo in magazzino per poi essere rispolverato, impiegati che si sono succeduti nel tempo, lasciando su di esso piccole tracce impercettibili che ne fanno la storia, che ne segnano il percorso, così come incastrate vi sono rimaste pezzi di vita dei lettori che se lo sono passato, una briciola, una ciglia, una lacrima ormai secca, un respiro. Lì fra le parole, a fargli compagnia, fra una virgola ed un apostrofo ormai sbiadito.
E chi ha reso queste parole, libro? Pensiamo a chi ci ha lavorato, a chi ha avuto l'idea, a chi lo ha scritto, all'autore, ai suoi famigliari, amici, persone care che ne hanno più o meno influenzato la stesura; pensiamo a chi lo ha tradotto, a chi lo ha battuto a macchina, a chi lo ha materialmente prodotto. Pensiamo a chi lo ha pubblicato, a chi lo ha distribuito, a chi lo ha traportato per consegnarlo in biblioteca, a chi lo stringe fra le mani adesso. A chi lo stringerà domani.
Infinite. Sono infinite.

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